I miracoli di Gesù

(092)

Gesù resuscita un neonato morto a Cesarea Paneade (345.4 - 345.5)

Ritorna l'intendente: "Le è morto il bambino appena nato... Che strazio! Cerca di rianimarlo con le fuggenti forze.... Ma non respira più. E' nero!..." e scrolla il capo terminando: "Povera Dorca!"
"Portami il bambino."
"Ma è morto, Signore."
"Portami il bambino, dico. Così come è. E di' alla madre che abbia fede."
L'intendente corre via. Torna: "Non vuole. Dice che non lo dà a nessuno. Sembra pazza. Dice che facciamo così per levarglielo."
"Conducimi sulla soglia della sua stanza. Che mi veda."
"Ma.."
"Lascia andare! Mi purificherò dopo, se mai..."
Vanno lesti per un corridoio oscuro fino ad una porta chiusa. Gesù stesso la apre rimanendo sulla soglia di fronte al letto su cui una diafana creatura stringe al cuore un esserino che non dà segno di vita.
"La pace a te, Dorca. Guardami. Non piangere. Sono il Salvatore. Dammi il tuo piccino..."
Cosa ci sia nella voce di Gesù non so. So che la disperata, che al primo vederlo si era stretto il neonato al cuore, lo guarda e il suo occhio straziato e folle si apre ad una luce dolorosa ma piena di speranza.
Cede l'esserino avvolto in lini sottili alla moglie dell'intendente... e resta là, a mani tese, la vita, la fede negli occhi dilatati, sorda alle preghiere della suocera che la vorrebbe adagiare sui guanciali.
Gesù prende il fagottino di carni semifredde e di tele, e tiene il piccino ritto per le ascelle, e appoggia la sua bocca alle labbra socchiuse, stando curvo perchè la testolina spenzola indietro.
Soffia forte nelle fauci inerti... Sta colle labbra appoggiate alla bocchina per un attimo, poi si stacca.... e un pigolio da uccellino trema nell'aria immota... un secondo più forte... un terzo... e infine un vero vaggito in un tentennare di testolina, in un annaspare di manine, di piedini, mentre, nel lungo, trionfale pianto del neonato, si colora la testolina pelata, la faccetta minuscola... e gli risponde il grido della madre: "Figlio mio! Il mio amore! Il seme del mio Tobia! Sul cuore! Sul cuore della mamma... che muoia felice..." dice in un sussurro che si spegne in un bacio e in un abbandono di reazione comprensibile.
"Ella muore!" gridano la donne.
"No. Entra in un giusto riposo. Quando si sveglia ditele di chiamare il fanciullo: Jesai-Tobia. La rivedrò al tempio il giorno della sua purificazione. Addio. La pace sia con voi."